Condanne definitive all’ergastolo per il boss mafioso Giuseppe Graviano e Salvatore Benigno, accusati del sequestro e dell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito il 23 novembre del 1993 e strangolato e sciolto poi nell’acido dopo 779 giorni di agonia, l’undici gennaio del 1996. la corte di Cassazione ha ora confermato le condanne a vita emesse un anno fa dalla corte d’assise d’appello di Palermo.
Ad uccidere materialmente il piccolo Di Matteo furono Vincenzo Chiodo, Enzo Brusca e Giuseppe MOnticciolo, ammesso dagli stessi ex picciotti oggi pentiti. Per l’omicidio furono condannati, oltre Giovanni Brusca, anche i boss Leoluca Bagarella e Gaspare Spatuzza. Per tutti è stato disposto l’ergastolo. L’anno scorso, a marzo, furono condannati in appello anche Luigi Giacalone, Francesco Giuliano e il boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro. Solo Graviano e Benigno hanno fatto ricorso alla Cassazione che si è espressa oggi confermando la condanna. Secondo i pentiti il bimbo sarebbe stato ucciso per punire il padre, il pentito Santino Di Matteo.