Aziende, terreni, quote di società, disponibilità finanziarie e veicoli per un valore di oltre 6.6 milioni di euro sono stati sequestrati dagli agenti della guardia di finanza a Palermo in tre distinti sequestri.
IL primo sequestro è stato fatto ai beni di un imprenditore settantenne, originario di Chiusa Sclafani, arrestato ad aprile del 2009 per associazione mafiosa e truffa. Decisive per l’emissione del decreto di sequestro, le indagini finanziarie hanno fatto emergere l’esistenza di rapporti bancari su cui il soggetto era delegato ad operare, con piena operatività, intestati ad una società formalmente amministrata da un parente e dipendente di una cooperativa riconducibile allo stesso.
Il secondo sequestro, disposto dal tribunale di Trapani, ha interessato un settantanovenne originario di Marsala, centro in provincia di Trapani, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno e condannato in via definitiva dalla corte d’appello di Palermo per associazione mafiosa. A carico dell’uomo sono state sequestrate due aziende agricole e di allevamento di ovini, numerosi terreni coltivati a vigneti nella periferia di Marsala per un valore complessivo di 4,3 milioni di euro. Nel corso delle indagini è emerso che una delle aziende agricole sottoposte alla misura cautelare, ha usufruito indebitamente di contributi pubblici per circa 25 mila euro, non avendo ottemperato alla normativa statale e comunitaria in tema di prescrizioni autorizzative ed identificazione dei capi di bestiame, nonché alle disposizioni sanitarie per l’allevamento di animali.
Il terzo sequestro è stato ai beni di un cinquantanovenne di Palermo, condannato definitivamente nel 2010 a sette anni di reclusione per associazione mafiosa. Secondo gli accertamenti delle fiamme gialle, il nucleo familiare del soggetto disponeva di fonti di reddito ufficiali incompatibili con le possidenze immobiliari e mobiliari ricostruite e, in particolare, con l’avvio di un’attività commerciale di rivendita di carburante al minuto. I sigilli sono stati posti anche ad un’azienda di distribuzione di carburanti a Palermo, a veicoli e disponibilità finanziarie del valore di oltre 1,5 milioni di euro, ritenuti di provenienza illecita.