Il sindaco del Comune di CAlatafimi Segesta, nel trapanese, Nicolò Ferrara, 56 anni, è stato arrestato. L’uomo, imprenditore, dovrà rispondere di corruzione, falsità ideologica e turbativa d’asta. Il primo cittadino è stato raggiunto da un’ordinanza emessa dal gip di Trapani, Lucia Fontana, che ha accolto le richieste dei pm Anna Trinchillo e Franco Belvisi.
Arresti domiciliari anche per gli imprenditori Ettore ed Enrico Crisafulli, rispettivamente 69 e 34 anni, padre e figlio, entrambi di Palermo. A loro viene contestata l’intestazione fittizia di beni, finalizzata ad eludere l’applicazione di eventuali misure di prevenzione patrimoniale nei loro confronti.
Le indagini sono state avviate dopo una denuncia presentata alla polizia di Alcamo da un dipendente della Simaco srl, un’impresa edile gestita dai Crisafulli, su presunte pressioni patite in merito all’assunzione di lavoratori da parte di tecnici del comune.
Al centro dei controlli degli investigatori, quindi, sono finiti alcuni appalti dell’amministrazione comunale di Calatafimi Segesta. In particolare, l’attenzione è caduta sulla vendita, mediante asta pubblica, di alcuni auto compattatori utilizzati per la raccolta dei rifiuti. Il sindaco, oggi arrestato, avrebbe ricevuto dall’imprenditore Francesco Fontana di Calatafimi, titolare dell’omonima impresa individuale, 3.000 euro per assicurargli l’aggiudicazione della gara ad asta pubblica di vendita di un compattatore. Lo stesso fatto è stato ammesso dall’imprenditore durante un interrogatorio. Inoltre, Ferrara avrebbe attestato falsamente, in un provvedimento a sua firma, che l’amministrazione stava valutando la possibilità di ripristino dei mezzi oggetto del pubblico incanto, invitando il responsabile del settore finanziario a sospendere l’asta pubblica.
Il primo cittadino di Calatafimi Segesta è indagato anche a piede libero per abuso d’ufficio su altre vicende che gli investigatori al momento stanno verificando.