Nella zona di San Pietro esisteva un tempo un aeroporto, utilizzato durante la seconda guerra mondiale, probabilmente sconosciuto ai più. Il giovane studioso sanconese Vincenzo Firrarello, appassionato ricercatore di storia, ha spulciato documenti reperiti negli archivi dell’ufficio storico dell’aeronautica militare, ricostruendo gli eventi che, a partire dal 1937, fecero registrare l’attività del podestà di Caltagirone, Gravina, e delle autorità militari per individuare una località adatta all’attività aviatoria. La scelta cadde proprio sulle terre demaniali in cui, anni prima, sarebbe dovuta nascere la città di Mussolinia.
Il frutto delle ricerche di Firrarello è raccolto nel volume che sarà presentato domenica al centro polifunzionale del comune di San Cono alle 19.00
Con dovizia di particolari e grande rigore storico, Firrarello ricostruisce le varie fasi relative all’operatività dell’infrastruttura, prima chiamata Campo N. 37, destinata ad accogliere i Reparti della Luftwaffe che la impiegarono da febbraio ad aprile del 1942, poi utilizzata dai reparti di volo italiani, a seguito della partenza dei tedeschi, e chiamata Regio Aeroporto 504.
Ed è proprio grazie a tale base che fu garantita l’operatività del 2° Gruppo Autonomo Caccia Terrestre, uno dei fiori all’occhiello della Regia Aeronautica, richiamato dall’Africa Settentrionale per il passaggio a dei caccia di nuova concezione, i “Reggiane 2001” che furono impiegati per la prima volta, in scenari di guerra, a Santo Pietro. E Mussolini, atterrando a Santo Pietro con un velivolo dallo stesso pilotato, il 24 giugno del ’42, si congratulò personalmente con i piloti italiani che si erano distinti nella battaglia di Mezzo Giugno.
Il libro, impreziosito da un’appendice in cui vengono pubblicati alcuni dei documenti originali dell’epoca, svela retroscena ed eventi posti in secondo piano dalla storiografia ufficiale ma che aiutano a comprendere meglio alcuni profili legati ad una delle più controverse fasi della storia del nostro paese, valorizzando quanto avvenuto nel calatino.