Prima le minacce verbali e poi l’incendio di un terreno agricolo. Sono stati questi atti intimidatori a spingere un imprenditore a denunciare gli abusi subiti. Così sono iniziate le indagini dei carabinieri che oggi hanno arrestato Devid Alexandro Faranda, 25 anni; Gaetano Faranda, 46 anni e P.G., 51 anni (a cui è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).
I due Faranda si sono avvalsi del contributo di P.G. per impedire l’espansione dell’impresa vitivinicola della vittima e poter continuare ad utilizzare i terreni incolti per il pascolo abusivo. I tre dovranno rispondere di furto d’uva e danneggiamento di viti e piante di ulivi, oltre che di pascolo abusivo all’interno dei vigneti. La loro intenzione era acquisire i terreni agricoli di proprietà dell’azienda a titolo gratuito.
Vista la coraggiosa resistenza dell’imprenditore, i tre sono arrivati a minacciare gli operai e a posizionare nel fondo di alcuni paletti di recinzione a forma di croce e alla fine hanno chiesto del denaro per far cessare le angherie.
La strategia estorsiva messa a punto dai fratelli Faranda acquista maggiore gravità se si considera che è stata perpetrata ai danni di un’azienda vitivinicola che fa della produzione del vino e delle connesse attività economiche il suo business. L’indagine dei carabinieri ha permesso di stroncare sul nascere il fenomeno malavitoso e di dimostrare, concretamente, la presenza dello Stato a fianco degli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare le attività estorsive subite.
Maria Chiara Ferraù