Mascali (Ct): operazione “Town hall”, i particolari e le foto

Ci sono anche l’ex sindaco e l’ex presidente del consiglio comunale di Mascali (Ct), fra le dieci persone arrestate questa mattina dai carabinieri della compagnia catanese di Giarre nell’operazione denominata “Town hall”. E’ stata fatta luce sulle connivenze e complicità tra amministratori, imprenditori ed esponenti della criminalità che ad aprile del 2013 avevano portato allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e al successivo commissariamento.

Le dieci persone raggiunte dai provvedimenti restrittivi (4 incarcere e 6 ai domiciliari) sono: Filippo Monforte, ex sindaco di Mascali; Biagio Susinni, ex presidente del consiglio comunale; Alfio Romeo, esponente del clan Laudani e alcuni imprenditori di Mascali e Catania, fra cui Alfio Luciano Massimino che sono finiti in carcere. Arresti domiciliari, invece, per Vincenzo Barbatano, Vito Musumeci, Carmelo Nicodemo, Leonardo Patanè, Francesco Sorbello e Ugo Vasta.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, dei reati di corruzione continuata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, aggravata dal fatto di aver favorito il radicamento sul territorio degli interessi economici del sodalizio mafioso del clan Laudani; sottrazione fraudolenta al pagamento di imposta, aggravata; millantato credito continuato.

Le indagini, coordinate dalla locale procura distrettuale della Repubblica, hanno consentito di far luce sulle connivenze e le complicità tra amministratori, imprenditori e criminalità organizzata. Le indagini partirono da Alfio Romeo e dal suo monitoraggio. Con l’ascolto delle conversazioni all’interno del ristorante Liperus di Piedimonte Etneo, all’epoca di sua proprietà, sono emersi frequenti incontri con l’onorevole Susinni nel corso dei quali, per favorire Romeo e il suo clan mafioso, nonché gli amici imprenditori di Catania e Mascali, venivano concordate variazioni al piano regolatore generale del Comune, modificando le destinazioni di terreni,, da zona agricola a zona di espansione modificabile, in modo tale da permettere la costruzione di strutture ricettive e parchi residenziali. In cambio del suo interessamento, Susinni riceveva denaro contante e persino appartamenti.

Le indagini hanno messo in luce non solo gli episodi di corruzione relativi al rilascio di concessioni edilizie e in materia urbanistica, ma un vero e proprio modello gestionale dei due amministratori mascalesi sistematicamente improntato all’illecito ed al malaffare, finalizzato al tornaconto personale e ad agevolare professionisti od imprenditori amici anche in altri campi.

Inoltre, la rete di rapporti di Susinni, gli ha permesso di far credere a dei soggetti, anche loro indagati, di avere la possibilità, dietro un pagamento in denaro, di intervenire attraverso i suoi complici, alla corte di cassazione e all’università di Messina per pilotare alcune sentenze e favorire gli studenti per il superamento dei test di ingresso alla facoltà di medicina e farmacia o per superare esami alla facoltà di giurisprudenza. 

Maria Chiara Ferraù

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