Non si può negare che è un piatto della domenica, delle feste, delle occasioni importanti. Infatti il timballo di anelletti in Sicilia si prepara in occasione di feste e ricorrenze, sia d’inverno che d’estate. E’ un piatto tipicamente palermitano ma si può gustare in tutta la regione con diverse varianti, ogni località e provincia, infatti, ha personalizzato la ricetta originale,aggiungendo o sostituendo alcuni ingredienti. Il timballo viene chiamato anche volgarmente “Pasta al forno” o come amano dire a Palermo, “A pasta cu furnu”! E’ un piatto completo e molto sostanzioso che si prepara in dosi abbondanti per condividerlo con amici e parenti, addirittura lo si porta anche in gita fuoriporta nel week end o in estate! E’ ottimo sia caldo che freddo, addirittura anche riscaldato il giorno dopo non rimane nel piatto. La ricchezza degli ingredienti ne fa un piatto molto calorico, di certo non è un piatto per chi insegue una dieta. Ma nei giorni di festa nessuno pensa alla dieta!
Il timballo di anelletti è il piatto tipico della tradizione gastronomica siciliana, ricco di ingredienti e di sapore. In realtà si tratta di una ricetta di avanzi cioè un timballo di pasta al forno, pieno di sapori e di profumi, che sembra affondi le sue origini nella cucina araba. Infatti i primi timballi che vennero cucinati a Palermo furono elaborati durante la dominazione araba nel IX secolo e poi si diffusero in tutta l’isola. Ogni città fece sua la ricetta personalizzandola.
Gli anelletti siciliani sono un tradizionale formato di pasta siciliana (è più difficile trovarli in altre regioni), che presenta la forma di piccoli anelli di grano duro – delle dimensioni di circa 2 cm di diametro con un foro in mezzo – e vengono utilizzati principalmente per la preparazione di questo piatto poiché si prestano molto bene alla cottura in forno. Lo si può considerare un “piatto unico” per eccellenza in cui possiamo ritrovare i diversi ingredienti che compongono il nostro pasto, cominciando dalla pasta asciutta per passare alla carne, al formaggio, alle uova e infine arrivare alle verdure. Gli elementi del timballo possono però variare da stagione in stagione e da provincia a provincia, e sono fonti di discussioni per i puristi della ricetta ma ormai quasi ogni famiglia ha una sua ricetta personalizzata. Così possiamo ritrovare chi, ad esempio, utilizza oltre a melanzane fritte a tocchetti o a fette, piselli e uova sode anche cubetti di salame o prosciutto o altro (quello che in molte salumerie viene chiamato in dialetto “pezzame”). Torniamo un attimo all’uovo sodo, c’è chi lo mette e chi no. Sicuramente dipende da chi, in passato, poteva permettersi le uova. Le famiglie più povere ovviamente non avevano la possibilità di portare le uova in tavola e quindi, utilizzarle nella preparazione del timballo. Ognuno metteva ciò che si trovava a disposizione in dispensa. Ecco spiegato il perché si parla di “ricetta degli avanzi”. Una delle caratteristiche principali della cucina siciliana, infatti, è quella di adattare alcune ricette alla presenza dei soli ingredienti presenti nella dispensa o in frigorifero. La preparazione di questo piatto richiede un po’ di tempo, prima per il ragù poi la besciamella, per friggere le melanzane e preparare gli ingredienti per condire e, infine, la cottura in forno ma ne vale la pena.
Quindi, cosa aspettiamo? Ecco qui la mia ricetta per le mono porzioni e buone feste!