Oggi è stata fatta luce su alcuni omicidi compiuti dal clan mafioso Laudani nel catanese tra gli anni Ottanta e Novanta. I carabinieri del comando provinciale del capoluogo etneo hanno arrestato Alfio Laudani, 67 anni e Camillo Fichera, 59 anni, entrambi appartenenti al clan Laudani, intesi “mussi i ficurinia”, responsabili dei reati di omicidio pluriaggravato.
Le indagini sono scaturite dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Maria Di Giacomo e Alfio Lucio Giuffrida, anche loro organici del clan Laudani e dai successivi riscontri effettuati ed ha permesso di fare piena luce su alcuni fatti di sangue verificatisi tra il 1984 e il 1993.
Sono stati raccolti importanti elementi probatori in ordine agli omicidi di Alfio Gambero, Salvatore Gritti, Domenico Peluso, Camillo Caruso, Giovanni Piancenti e Salvatore Di Mauro.
Gambero, ex pilota di macchine da corsa, era stato assassinato il primo luglio del 1984 all’interno del rifornimento di carburanti della Gulf, ubicato in contrada Ombra tra Tremestieri Etneo e Pedara. Il delitto era stato commesso da Giuseppe Maria Di Giacomo, Alfio Lucio Giuffrida ed Alfio Laudani e fu una reazione del sodalizio all’uccisione di Sebastiano Grasso, elemento di vertice del clan Laudani, avvenuta la precedente primavera, nei confronti di personaggi ritenuti cani sciolti che con le loro attività illecite danneggiavano gli interessi del sodalizio mafioso.
Salvatore Gritti, invece, appartenente al clan Laudani, venne ucciso il 10 maggio del 1991 da Giuseppe Maria di Giacomo a Carlentini per essersi opposto alle rappresaglie decise dal sodalizio per la morte di Santo Laudani.
Domenico Peluso e Camillo Caruso, invece, vennero uccisi il 20 luglio del 1993 a Catania da Giuseppe Maria Di Giacomo, Alfio Lucio Giuffrida e Camillo Fichera in quanto il primo, pur essendo organico al clan, era considerato poco affidabile per la sua grande amicizia con il secondo, aderente al gruppo dei Tigna.
Giovanni Piacenti venne assassinato il 3 agosto del 1993 a Giarre nei pressi del casello autostradale da Giuseppe Maria Di Giacomo, Alfio Lucio Giuffrida e Camillo Fichera, per una rappresaglia nei confronti del clan avversario dei Ceusi a cui lo stesso apparteneva.
Infine, l’omicidio dell’avvocato Salvatore Di Mauro, ucciso insieme al suo segretario Francesco Borzì, avvenne a Catania il 24 giugno del 1993 nello studio legale dell’assassinato. Ad uccidere i due furono Giuseppe Maria Di Giacomo, in quanto considerato dall’organizzazione mafiosa dei Laudani, l’artefice delle strategie operative del contrapposto clan Puntina.