Beni per un valore di circa cinque milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri del Ros di Messina all’imprenditore di Gioiosa Marea, Tindaro Marino, 42 anni, attualmente agli arresti domiciliari dopo essere stato colpito nel giorno del 2011, insieme ad altre 26 persone, dalla misura cautelare in carcere scaturita dall’operazione antimafia Gotha e Pozzo2.
Nel corso delle indagini, il ruolo di Marino era apparso in maniera chiara nell’ambito delle relazioni tra le cosche della fascia tirrenica della provincia di Messina, a causa dei saldi legami dallo stesso curati con la famiglia dei Mazzarroti, guidata da Carmelo Bisognano prima e da Tindaro Calabrese poi.
Le indagini economico-patrimoniali, coordinate dalla Dda di Messina, hanno permesso di documentare la pericolosità sociale dell’imprenditore gioiosano, derivante dai documentati legami con il sodalizio mafioso e di rilevare la netta sproporzione tra i redditi dichiarati dall’interessato e le ricchezze accumulate nel tempo, il cui valore complessivo è stato stimato per un importo pari a 5 milioni di euro.
Sotto sequestro sono finite: quote sociali della Italscavi Co.Srl di Gioiosa Marea; quote sociali della ex novo di Marino Tindaro & c di Capo d’Orlando¸Sas, partecipazioni societarie nella MMD movimento terra e trasporti piccola scarl di Gioiosa Marea, un immobile ed un maneggio a Piraino, gestito dall’associazione sportiva dilettantistica Dc Iblea Dunit della quale Marino era stato presindente e diversi veicoli.
Il decreto emesso è stato esteso anche nei confronti dei soggetti intestatari di beni riconducibili all’imprenditore e, in particolare, alla moglie, in relazione alla partecipazione societaria all’interno della MMD e alla figlia, riguardo ad alcuni terreni, un immobile, alle quote sociali e all’intero compendio aziendale e patrimoniale della Marinoter srl.
Infine, il provvedimento è stato esteso, per i rapporti economici intrattenuti con Tindaro Marino, anche a Salvatore Buzzanca, 46enne di Patti, per le quote sociali della Fa.Ma srl di Gioiosa Marea.
Maria Chiara Ferraù