In queste ore gli ultimi militari italiani stanno lasciando definitivamente la Base Avanzata (Forward Operative Base – FOB) ‘Dimonios’ di Farah.
L’ufficialità del passaggio è avvenuta il 27 ottobre con una cerimonia che di fatto ha sancito il definitivo passaggio di responsabilità nel settore della sicurezza del territorio, affidato dal 2006 ai militari italiani. Questa cerimonia ha segnato anche l’inizio del rientro in Patria di 800 uomini, come parte del ridimensionamento del dispositivo del contingente che proseguirà fino alla fine del 2014 come stabilito dall’Alleanza durante il summit di Chicago del maggio 2012.
I bersaglieri del 6° reggimento di Trapani hanno consegnato nelle mani del governatore della Provincia di Farah le “chiavi” della base, che sarà la sede di un battaglione operativo (kandak) del 207° corpo d’armata dell’esercito afgano.
Alla cerimonia erano presenti il governatore di Farah Mohammad Omar Sherzad, il generale di brigata Michele Pellegrino, comandante del Regional Command West (il comando multinazionale a guida italiana e su base brigata meccanizzata Aosta), il colonnello Mauro Sindoni, ultimo comandante di Fob “Dimonios” e del 6° reggimento bersaglieri, e numerose altre autorità della coalizione.
La transizione è un processo graduale e delicato, che tiene conto delle condizioni economiche, sociali e di sicurezza dei singoli distretti di ciascuna provincia dell’Afghanistan e che, a Farah, ha avuto il proprio apice a giugno di quest’anno con il passaggio della leadership alle autorità locali di tutti i distretti della provincia.
La cerimonia si è svolta congiuntamente a quella di chiusura del Provincial Reconstruction Team (PRT) americano che dal 2004 ha operato a Farah. Questa struttura di Isaf (International Security Assistance Force della Nato), in linea con gli obiettivi della missione, ha condotto attività volte a facilitare lo sviluppo dell’economia locale e a favorire il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione; attività, queste, di fondamentale importanza nella fase di “transizione” che, giorno dopo giorno, ha visto concretizzarsi e concludersi il passaggio della responsabilità nel settore della governance alle autorità governative e locali.
Il generale Pellegrino, dopo aver ricordato il lungo percorso della transizione che ha visto purtroppo anche molti caduti sia della coalizione sia dell’esercito afgano, ha rimarcato “i rapporti consolidati di reciproco rispetto maturati nel tempo con i colleghi afgani, con l’orgoglio di lasciare nelle mani di una forza matura il controllo, la sicurezza e lo sviluppo della loro madrepatria”, ringraziando in lingua locale tutti gli afgani presenti per aver lavorato in questi anni assieme “shona ba shona”, cioè “fianco a fianco”.
Ultimo reggimento a operare nel territorio di Farah come Transition Support Unit South (TSU-S), dallo scorso 10 agosto è il 6° reggimento bersaglieri, una compagnia del 4° reggimento genio guastatori di Palermo, una compagnia del 2° reggimento trasmissioni alpino di Bolzano e medici, infermieri ed aiutanti di sanità di Esercito, Marina ed Aeronautica.
Durante questo ultimo mandato la TSU-S ha svolto 106 pattuglie, 30 scorte convogli, 33 operazioni per rendere sicuri e percorribili gli itinerari dell’area di responsabilità, 34 operazioni di scoperta e neutralizzazione della minaccia da ordigni esplosivi improvvisati (Ied mitigation), nonché numerose attività congiunte con esercito e polizia afgana.