L’amianto (o asbesto) è una sostanza di natura minerale a base di silicio, in grado di formare fibre molto flessibili resistenti al calore e chimicamente inerti. L’amianto veniva utilizzato nel passato per le sue proprietà isolanti, sia nelle coibentazioni di edifici, tetti, navi, treni; sia nei materiali compositi (Eternit) come materiali per l’edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie); nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche), ma anche per fabbricare corde, plastica e cartoni. Inoltre, la polvere di amianto è stata largamente utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei vini. Le fibre e la polvere di amianto se inalate, sono però cancerogene. Tale materiale viene pertanto oggi rimosso e smaltito con particolari precauzioni.
L’amianto rappresenta un rischio per la salute se le sue fibre sono rilasciate o se sono presenti nell’aria e se queste vengono respirate. Gli organi maggiormente colpiti dall’esposizione ad amianto sono i polmoni e la pleura. A carico del polmone, l’amianto può provocare il cancro o una malattia cronica detta ‘asbestosi’, mentre a carico della pleura la patologia correlata è il tumore noto anche come mesotelioma. L’insorgenza di patologie tumorali non è sempre legato ad una lunga esposizione a fibre di amianto, ma è stato provato che è possibile contrarre malattie correlate anche con basse esposizioni. Il rischio di esposizione, non interessa solamente i lavoratori che operano su materiali contenenti amianto, ma anche tutte quelle persone che risiedono o frequentano ambienti in cui è presente amianto sotto forma di manufatti. La pericolosità delle fibre di amianto deriva dalla possibilità di essere inalate e di penetrare facilmente negli interstizi polmonari.
La passata esposizione all’amianto uccide ancora oggi migliaia di persone l’anno. Si ritiene purtroppo che tale numero continuerà ad aumentare nei prossimi dieci anni. Solitamente trascorre un lungo periodo di tempo fra la prima esposizione all’amianto e l’inizio della malattia vera e propria. Ciò può variare in un intervallo compreso fra 15 e 60 anni. Soltanto impedendo o minimizzando tale esposizione le malattie correlate all’amianto potranno essere finalmente eliminate. I manufatti contenenti amianto più diffusi sono naturalmente le lastre di eternit piane o ondulate utilizzate per copertura in edilizia. In tali manufatti l’amianto è inglobato in una matrice non friabile che, quando è in buono stato di conservazione, impedisce il rilascio spontaneo di fibre. Dopo anni dall’installazione tuttavia, le coperture subiscono un deterioramento per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica e di organismi vegetali, che determinano corrosioni superficiali con affioramento delle fibre e conseguente liberazione di queste in aria. Nelle coperture la liberazione di fibre avviene facilmente in corrispondenza di rotture delle lastre e di aree dove la matrice cementizia è corrosa. Le fibre rilasciate sono disperse dal vento e, in misura ancora maggiore sono trascinate dalle acque piovane, raccogliendosi nei canali di gronda o venendo disperse nell’ambiente dagli scarichi di acque piovane non canalizzate. L’impiego dell’amianto in Italia è fuori legge del 1992. In Sicilia, tutti i soggetti pubblici e privati proprietari di siti, edifici, impianti e mezzi di trasporto, manufatti e materiali con presenza di amianto sono obbligati a darne comunicazione alla Arpa. L’amianto rimosso verrà trasferito in appositi centri di stoccaggio, la cui realizzazione spetta ad ogni singolo Comune. In provincia di Ragusa sono presenti diversi centri di rimozione, stoccaggio e di smaltimento di amianto. Nella città di Modica numerosi edifici pubblici e non, riscontrano la presenza di questo pericoloso materiale e spesso nessuno conosce l’effettiva gravità e gli effetti nocivi per la salute che comporta la presenza di amianto. Fare Verde Modica invita tutti i cittadini a provvedere a segnalare al comune la presenza di eternit sotto le innumerevoli forme e gli svariati utilizzi presente sia in strutture pubbliche o private, affinchè si possa provvedere alla corretta rimozione.