Vasta operazione antimafia condotta dai carabinieri del comando provinciale di Catania questa mattina. Le manette sono scattate ai polsi di 9 persone: Antonino Alfieri, 55 anni; Alfio Centocinque, 31 anni; Salvatore Guzzardi, 32 anni; Salvatore Navanteri, 58 anni; Cristian Nazionale, 26 anni; Luciano Nazionale, 23 anni; Michele Ponte, 41 anni e Luisa Regazzoli, 54 anni e Tommaso Vito Vaina, 48 anni. Dovranno rispondere di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi.
Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione mafiosa vicina a cosa nostra catanese, operante nei territori di Vizzini e Francofonte, rispettivamente nelle province di Catania e Siracusa e di ricostruire la struttura con al suo attuale vertice Salvatore Navanteri.
In particolare, il gruppo criminale di tipo verticistico si caratterizza per una ben definita ripartizione dei ruoli al suo interno che vede a capo Navanteri, Vito Vaina e Antonino Alfieri quali luogotenenti e Alfio Centocinque, il gestore della cassa comune che si avvale per lo svolgimento delle attività illecite della collaborazione di Cristian Nazionale e di Michele Ponte, quest’ultimo da sempre uomo di fiducia della famiglia Navanteri.
Tra gli indagati emerge anche a pieno titolo la partecipazione di Luisa Regazzoli, moglie di Salvatore Navanteri che non solo è al corrente delle dinamiche interne della consorteria, ma agisce costantemente per favorirne ed attuarne le progettualità criminali. Le indagini, al momento dell’emissione del provvedimento restrittivo, hanno documentato una spaccatura all’interno del gruppo criminale generatosi a seguito dell’arresto di Michele D’Avola, raggiunto a dicembre del 2012 da misura cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione illegale di armi, che ha determinato la mancanza di una leadership nel sodalizio.
Le indagini hanno consentito di dimostrare che Navanteri, una volta tornato libero dopo un lungo periodo di detenzione, ha inteso impossessarsi dei territori di Vizzini e Francofonte reclutando tra le sue fila anche appartenenti al gruppo di Michele D’Avola. Questo ha creato una profonda spaccatura all’interno della compagine criminale originaria tra coloro che sono rimasti fedeli a quest’ultimo e quelli che, invece, hanno riconosciuto la nuova leadership del Navanteri.
Le investigazioni hanno fatto luce in particolare sull’agguato di cui è stato vittima Navanteri l’otto agosto scorso quando è stato fatto segno di un colpo di fucile calibro 12 che lo ha attinto ad un occhio mettendo in serio pericolo la funzionalità dell’organo. Nella circostanza, come emerge dalle indagini, il gruppo armato era composto da Salvatore Guzzardi e Luciano Nazionale, evidentemente rimasti fedeli al D’Avola.
Il provvedimento restrittivo odierno scaturisce dalla situazione di fermento determinatasi a seguito del predetto fatto di sangue e dalle azioni preparatorie che il clan di Navanteri stava attuando per dare una esemplare risposta armata agli avversari così come emerge dalle intercettazioni. Nel corso delle perquisizioni sono stati ritrovati oltre 10 kg di marijuana suddivisa in panetti, bilancini di precisione, una pistola 7,65 con matricola abrasa e completa di caricatori, radio trasmittenti, 7.000 euro in contanti e documentazione varia. I fermati sono stati ristretti nei carceri di Catania Bicocca, Siracusa, Agrigento e Milano.
Maria Chiara Ferraù