Roma: da Messina per Federica

Da Messina a Montecitorio per dire sì alle cure compassionevoli, per aiutare Federica Calà. Una delegazione di cinquanta persone è partita dalla Sicilia per puntare i riflettori anche sulla storia di Federica, una bambina di soli 3 anni, affetta da Smard1, una patologia che la costringe a vivere in casa, in una condizione di semi immobilità.

Il 10 settembre a Roma è stata una giornata per gridare un sì forte alla vita, un sì alle cure compassionevoli, quelle di cui avrebbe bisogno la stessa Federica assieme a tanti altri bambini di tutta Italia. Oggi le cure compassionevoli devono essere autorizzate da parte di un tribunale con regolare sentenza che ne permetta la somministrazione, costringendo famiglie già disperate a dover incorrere in cavilli burocratici e spese legali non indifferenti. In più, ogni tribunale agisce secondo un suo personale criterio. Nonostante tutto la speranza c’è ancora e a Roma famiglie e ammalati hanno trovato la voglia di colorare una piazza, di continuare ad urlare il loro sì alla vita. Su una ringhiera un cartello con scritto: omaggio ai caduti. E i loro nomi sono tanti.

A Roma c’era anche Sonny Foschino, presidente dell’associazione Peppino Impastato di Brolo. “Ogni cittadino – ha detto – ha il sacrosanto diritto di essere felice. E la felicità oggi io la leggo negli occhi di Federica, di Nicola, di Sandro e di tutti i bambini che ho incontrato qui; oggi mi hanno insegnato tanto. Quella lista di caduti non ha bisogno di altri nomi. Dall’altro ci sono cuori grigi – indicando Montecitorio – scendete giù, venite a guardare queste persone negli occhi e raccontatemi cosa vi si legge: è voglia di sorridere senza poterlo spesso fare. È voglia di vivere. Noi ci siamo e ci saremo, è una battaglia di civiltà che riguarda tutti noi”.

Tra gli interventi anche quello di Davide Vannoni, ideatore della cura Stamina, la stessa che potrebbe donare speranza alla piccola Federica. Il metodo, sperimentato qualche anno fa e portato alla luce dal programma televisivo Le iene, si basa sulla somministrazione di cure a base di cellule staminali. Questo metodo, visto da molti come unica speranza, è stato condannato da gran parte del mondo scientifico. Vannoni sostiene che le corporazioni farmaceutiche mettono a repentaglio la vita delle persone a discapito dell’interesse degli ammalati. Tutti questi uomini rischiano di diventare delle morti bianche – ha dichiarato Vannoni. “Abbiamo quaranta persone in cura, e non vi è stato nessun effetto collaterale. Tutti i pazienti stanno migliorando. Nessuno può negare la speranza a queste persone”.

Intanto al ministro della Salute veniva consegnato il parere redatto dal comitato scientifico sul metodo Stamina che esprime una sostanziale bocciatura in quanto privo di consistenza scientifica. Il parere dovrà essere vagliato dalla ministra Beatrice Lorenzin che non lo ha ancora esaminato. Questo parere non è comunque vincolante, ma è uno strumento di approfondimento scientifico messo a disposizione del ministro della Salute. Poco sorpreso Vannoni che ha concluso con un appello alla società civile. “Ciascuno di noi ha un ruolo determinante – ha dichiarato – questa gente da sola non può farcela. Siamo noi la loro voce, siamo noi la loro forza”.

Al termine della manifestazione il professor Vannoni ha accettato la proposta di recarsi a Messina quanto prima per incontrare la cittadinanza e sensibilizzare la società civile verso obiettivi comuni. Intanto Federica che, secondo il tribunale di Patti può ricevere la cura Vannoni, è in attesa e non perde il sorriso e la sua voglia di vivere.

 

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