Alessandro Mannarino ha chiuso il suo breve tour estivo, ospite del Tindari Festival, nel messinese, segnando una delle pagine musicali più belle della rassegna al teatro antico. “Corde; concerto per sole chitarre” si è incastrato alla perfezione con la magia del teatro antico e la scelta di concludere il tour a Tindari è stata dettata dalla voglia del cantautore romano di farsi un regale. E, per questo, non è stato casuale.
“Tindari – ha dichiarato Mannarino – è un posto dove si respira la storia antica e la cultura. Suonare qua dà senso al mio progetto. Il tour Corde è nato con l’intenzione di ritornare all’origine. È stato come intraprendere un viaggio senza sapere dove sarei potuto arrivare. E sono arrivato a Tindari che è un luogo magico. È come quando inizi a camminare lungo un sentiero ed arrivi in cima alla montagna e da lì vedi il panorama. Ecco, Tindari per me è questo”.
Mannarino, il cantastorie moderno, nel suo viaggio è stato accompagnato da tre grandi musicisti: Tony Canto, Alessandro Chimenti e Fausto Mesolella. Quest’ultimo, anima storica degli Avion Travel, col suo tocco magico ha regalato quel qualcosa in più che ha reso indimenticabile la serata al Tindari.
Gli arrangiamenti rivisti per le sei corde, hanno trasformato le canzoni di Mannarino rendendole ancora più vere ed incisive, facendo sì che la loro essenza potesse colpire al cuore gli ascoltatori. E lo stornellatore romano è stato come cupido che dall’alto del palco ha scagliato le sue frecce, raggiungendo in maniera diretta gli oltre milleduecento spettatori presenti. Ed è stato amore al primo ascolto.
Il poeta metropolitano ha riproposto tutti i suoi successi, regalando chicche dedicate solo a Tindari e alla Sicilia. Le danze si sono aperte con “Rumba magica” proseguendo con “le cose perdute” e poi con “Piccola vita”, “Maddalena” e “Marylou”. Quindi Mannarino dà vita alla parte teatrale del suo spettacolo. Recita due monologhi meravigliosi: “Il pagliaccio” e “Il carcerato” senza interrompersi per un principio di pioggia che bagna gli spettatori che comunque rimangono ad ascoltarlo. Ma è solo un breve scendere di acqua dal cielo. Quasi una benedizione su Tindari e Mannarino. E lui simpaticamente dal palco afferma: “forse dovrei rivedere le mie posizioni, oggi la Madonna Nera ci sta facendo un grande regalo”. E riprende a cantare “Svegliatevi italiani” e “L’ultimo giorno dell’umanità” regalando poi uno dei momenti più bello del concerto con “Scetate vajo” arrangiata per l’occasione con un ritmo lento ed emozionante. Il concerto è proseguito con altri successi, altri monologhi e fuori programma. Mannarino, acclamato dal pubblico, sembrava un bambino a cui hanno dato in mano il giocattolo sognato. Appariva felice, non voleva smettere di cantare, è rimasto sul palco per oltre due ore e mezza, strimpellando con la chitarra come se fosse in spiaggia ad un falò. Ha voluto rendere omaggio a Tindari e alla Sicilia cantando “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato in un teatro che ha applaudito a lungo l’artista a dimostrazione del gradimento del regalo. E poi un lungo bis conclusosi con “Bella ciao”.
La partecipazione di Alessandro Mannarino a Tindari è stata fortemente voluta dal direttore artistico Anna Ricciardi e dal sindaco Mauro Aquino ed è stata resa possibile anche grazie alla Euphonya Management di Messina.
Maria Chiara Ferraù