Continua il terremoto nella formazione siciliana. A Messina questa mattina guardia di finanza e polizia hanno arrestato 10 persone che sono finite i domiciliari. In manette anche familiari di deputati e parlamentari di centrodestra e centro sinistra.
Fra gli indagati anche le mogli del deputato nazionale del Pd, Francantonio Genovese e dell’ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche (da Regione, Stato e Ue) da destinare a progetti formativi.
Agli arresti domiciliari sono così finiti: Chiara Schirò, moglie di Francantonio Genovese, Daniela D’Urso, moglie di Giuseppe Buzzanca, Concetta Cannavò, ex tesoriera cittadina del PD e poi ancora Elio Sauta, Graziella Feliciotto, Natale Lo Presti, Nicola Bartolone, i fratelli Carmelo e Natale Capone e infine Giuseppe Caliri. Sospeso dalle funzioni Carlo Isaia, funzionario regionale dell’ispettorato del lavoro, che con una telefonata avrebbe avvisato Elio Sauta di un’imminente ispezione amministrativa.
Nel mirino dell’inchiesta i centri di formazione del messinese Lumen, Aram e Ancol. Secondo le ricostruzioni della procura, i centri avrebbero percepito fondi per gran parte frutto di illecito. Venivano create società che fornivano beni e servizi a questi enti di formazione, società intestate a familiari o stretti collaboratori degli stessi che dichiaravano prestazioni mai effettuate o che fatturavano beni o servizi per cifre fuori mercato. Addirittura sono state riscontrate fatture gonfiate del 600%, totalmente o parzialmente false altre.
Un giro che, soltanto dal 2007, avrebbe portato nelle tasche degli interessati svariate decine di milioni di euro.
Maria Chiara Ferraù