Operazione della Polizia di Caltanissetta che ha arrestato il latitante mafioso condannato all’ergastolo lo scorso 18 febbraio, Cosimo Di Forte. L’uomo è considerato il braccio armato della famiglia mafiosa di San Cataldo, facente capo a Dino Calì. L’uomo è stato fermato in casa della sua ex Maria Carmela Castello, anche lei arrestata. Dovrà rispondere di favoreggiamento.
Le indagini, sin dall’inizio, si erano focalizzate sulla donna perché era una ex fidanzata di Di Forte, con la quale l’uomo non aveva mai definitivamente interrotto i rapporti. La donna, pedinata da tempo, si comportava in maniera strana e da pochi giorni aveva affittato un’abitazione che era già stata residenza di Di Forte. La donna, inoltre, si incontrava spesso con il figlio diciassettenne del latitante.
La sera dell’undici maggio scorso, approfittando della festa di paese in onore di San Cataldo, Di Forte aveva deciso di trascorrere la serata in famiglia, pensando di passare inosservato alle forze dell’ordine. La Castello era stata fuori tutto il giorno, ma grazie agli appostamenti il figlio di Di Forte è stato visto entrare nell’abitazione per pochi minuti per poi uscirne spegnendo le luci. Poco dopo all’interno della casa, però, gli agenti hanno notato un’altra luce accesa, senza che fosse entrato nessuno. Poco dopo il figlio del latitante è ritornato con i fratelli più piccoli e arrivava anche Maria Carmela Castello insieme alla pizza ordinata.
I poliziotti hanno deciso così di fare irruzione nell’appartamento. Qui Di Forte si era nascosto in un incavo ricavato nel muro della cucina al primo piano della casa, chiuso da una porta a soffietto. Da qui una scala poggiata al muro portava a un piccolo sottotetto dove il latitante si era rifugiato nel tentativo di sfuggire alla cattura. Sono scattate le manette ai polsi di Di Forte e della donna, accusata di favoreggiamento personale. Di Forte, invece, è accusato di associazione mafiosa armata; dell’omicidio di Salvatore Calì assassinato a San Cataldo il 27 dicembre del 2008; del tentato omicidio ai danni di Stefano Giuseppe Mosca, il 29 novembre del 2009 a San Cataldo. Di Forte, in entrambi gli omicidi, era stato il mandante e aveva fornito le armi per commetterli.
Di Forte si trova adesso rinchiuso nel carcere di Caltanissetta e la Castello in quello di Enna, a disposizione dell’Autorità giudiziaria competente.
Maria Chiara Ferraù