Il caso della “bella Angelina”, la mummia di una ragazza della Catania bene morta giovanissima nel 1911 e fatta imbalsamare dal padre per preservarne il corpo, arriva alla procura di Catania. Si è scoperto, infatti, che da qualche tempo la mummia, che giace nel cimitero etneo da 102 anni, viene accudita da un estraneo che si introduce abitualmente nella cappella d’altri per ripulirla dall’incuria e dall’abbandono.
Per questo la direzione dei servizi cimiteriali di Catania ha deciso di sigillare la cappella e portare il caso all’attenzione della magistratura.
La mummia è stata definita da Dario Piombino Mascali, conservatore scientifico delle catacombe dei Cappuccini di Palermo una “eccezionale testimonianza delle tecniche imbalsamatorie del ventesimo secolo”. Da tempo Mascali chiede che la mummia venga protetta dalla soprintendenza ai sensi dell’attuale codice dei beni culturali.