L’ultima mensilità che hanno percepito è stata la tredicesima. Per i dipendenti comunali di Tortorici la situazione è difficile. Ma a rendere le cose ancora più complesse si affaccia adesso la possibilità di un licenziamento, che pende, come una spada di Damocle, su ben 115 lavoratori. Un rischio che viene posto all’attenzione di tutti i dipendenti comunali oricensi dallo stesso sindaco, Carmelo Rizzo Nervo. Secondo il primo cittadino, dopo l’esposto presentato a più enti dalla Cgil, a firma della segretaria generale, Clara Crocé, lo scorso 18 febbraio, si paventa il rischio concreto di un forte ridimensionamento del numero degli impiegati che, da più di 160, passerebbero a 43 unità.
In una lettera, inviata al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso; alla segreteria della Cgil Sicilia e a tutti i dipendenti comunali, il sindaco di Tortorici denuncia che la Cgil “punta a far fallire gli sforzi dell’amministrazione comunale tesi al riequilibrio del Comune” e accusa: “nel momento in cui, in tutta l’Italia in un periodo di crisi feroce si tende a conservare e a lottare per i posti di lavoro, a Tortorici la Cgil funzione pubblica, comparto autonomie locali, lotta per far licenziare 115 dipendenti”.
Secondo il primo cittadino di Tortorici, infatti, le difficoltà nei pagamenti degli stipendi sono da imputare a due anticipazioni di cassa di 1 milione e 400 mila euro ciascuna, necessarie per il pagamento di fatture-debiti non pagati dal 2004 al 2009.
Se il piano di riequilibrio dovesse fallire, avverte Rizzo Nervo nella lettera, si arriverà “alla mobilità o al licenziamento di 115 impiegati, compresi gli impiegati storici e in servizio resteranno solo 43 unità”.
Maria Chiara Ferraù