Sarebbe stata una bugia a salvare la vita a una hostess dell’Itavia che doveva essere a bordo del Dc9 che il 27 giugno del 1980 venne coinvolto nella tristemente nota strage di Ustica che costò la vita a 81 persone, tra cui 11 bambini. “Sentivo qualcosa che mi diceva di tornare a casa e così è stato. Ho inventato una scusa, ho detto che stavo poco bene e non sono salita su quel volo. Quella bugia mi ha salvato la vita”.
Il racconto della donna a Top Secret, il programma-inchiesta di Claudio Brachino in onda su Tgcom24. L’hostess ha anche raccontato che il giorno prima della tragedia, il 6 giugno, si trovava sul volo Bologna-Palermo. “Mi aveva chiamato il primo ufficiale – ha detto – perché vedessi quello che stavamo sorvolando: guardai dal finestrino della cabina di pilotaggio e vidi una nave enorme. Seppi poi, proprio dal pilota, che si trattava di una portaerei. Mi disse che poteva trattarsi di una portaerei americana, ma forse era solo una sua intuizione”.
E poi: “il pilota, quasi scherzando, mi disse: meno male che ci siamo noi, piloti veterani, altrimenti ci silurano. Lui scherzando disse questa frase, il giorno dopo è accaduto quello che tutti sappiamo. Ho pensato di far sentire la mia verità, perché per me è un peso importante”.
Lo scorso 2 aprile, un altro testimone, aveva dichiarato di aver sorvolato i cieli di Ustica “al comando di un volo Alitalia” e di aver notato “una flottiglia di navi, una che sembrava una portaerei e almeno altre tre-quattro imbarcazioni”.