L’evoluzione dell’animo in un artista può essere costatata dalle sue opere: è il caso della pittrice Lidia Rizzo, che per l’inaugurazione della sua mostra alla galleria Esperidia a Milazzo in provincia di Messina, espone i suoi dipinti frutto di una metamorfosi delineata nel corso della sua attività espressiva, che può suddividersi in una prima fase in cui si rappresenta un vedutismo idilliaco, dai colori vividi. Ma la pacatezza tonale cede il passo ai forti contrasti cromatici accentuati nella raffigurazione delle rose, fiore della bellezza che svanisce e dell’insidia delle sue spine.
Un’analisi approfondita dell’artista è provenuta dalla presentazione di Teresa Rizzo, critico artistico e letterario nonché presidente dell’accademia internazionale «Amici della Sapienza» a Messina. Ha sottolineato come Lidia Rizzo abbia inserito nelle sue opere la propria biografia permettendo all’arte di divenire il documento più attendibile dello sviluppo umano. L’artista in essa ha trovato il mezzo che le permette di scavare all’interno delle personali esperienze, trasformandole nella potenzialità del disegno, del colore e della luce. Da questo suo sentire il fascino del paesaggio ed i colori dell’ambiente circostante ella trova la chiave per una sua ricerca di naturalismo, il suo punto iniziale per un confronto con lo scenario marino da cui apre il suo accesso reale alla pittura. Siffatta vicinanza fisica e spirituale con l’ambiente del mare si rivela molto importante per il suo progredire nel mondo dell’arte, giacché componenti ideali e psicologici si rintracciano nell’immaginario iconografico delle marine, delle nature morte, delle composizioni floreali e con altri momenti espressivi assai stimolanti nella produzione culturale e stilistica di ogni suo successivo dipinto.
La sua pittura è un fatto principalmente mentale, che la coinvolge: infatti nella partecipazione e nell’elaborazione dell’insieme compositivo, in cui visivamente ed immediatamente risaltano in genere tutte le trasformazioni cromatiche e conseguenti modalità, si riesce a cogliere anche la sua natura tecnica.
In effetti nelle sue composizioni e scomposizioni floreali risalta particolarmente un ritmo spaziale e mentale energico ed univoco, dove l’identità tra l’oggetto ed il colore si configurano in modo inscindibile e che in varia misura è sempre presente anche in altri soggetti. Dinanzi a tali presupposti la natura meditativa nell’arte di Lidia Rizzo inizia a poco a poco a trasparire dalla profondità delle sue implicazioni stilistiche ed interiori ponendo la sua arte pittorica in sintonia con quelle tendenze, che maggiormente hanno affrontato il rapporto con la realtà, oltre la propensione descrittiva, emozionale o di contrasto, cercando sempre e comunque il lato più imperscrutabile della realtà stessa, che nel contempo ne costituisce anche la più affascinante sollecitazione sia umana che artistica. Conseguentemente si riscontra un velato accostamento con le esperienze più mature e di ampio respiro, come il realismo magico può rappresentare momenti di superficiale attinenza con la sua maniera di fare pittura, poiché ella mantiene comunque una sua espressività coloristica continuamente stimolata. Emerge così il profilo di una pittura concretizzante un singolare modo di essere: infatti, ella definisce nelle sue composizioni la struttura di una forma essenziale, libera da artifici e decorativismi ed anche in virtù di questa scelta interiore e formale essendo in grado di penetrare nell’apparente mistero della fugacità delle cose per restituirle tutte nella loro sostanziale animazione.
La mostra resterà aperta fino al prossimo 14 aprile alla galleria Esperidia di Milazzo, nel messinese. Le titolari della galleria, Anna Parisi, Maria Teresa Giunta e Maria Di Maio in una costante attività di mecenatismo si propongono di valorizzare gli artisti locali promuovendo le arti figurative come momento di crescita per la società nella quale esse vivono ed operano.
Rodrigo Foti