Il Financial Times lo ha definito “il signore del vento”. Vito Nicastri è stato indicato dai magistrati come vicino, addirittura prestanome di Messina Denaro. Già in passato gli avevano sequestrato beni per un miliardo e mezzo di euro. Oggi l’ennesima confisca milionaria.
L’operazione, denominata eolo, condotta dalla finanza a Mazara del Vallo e in altri comuni della provincia di Trapani tra il 2003 e il 2007, svela oscuri intrecci tra imprese corruttrici operanti nel ramo energetico nazionale dell’eolico e dipendenti pubblici corrotti, sotto l’attenta e onnipresente regia di Cosa nostra.
Le indagini hanno rivelato un mercimonio tra consiglieri comunali legati a cosa nostra mazarese e imprese impegnate nel settore energetico dell’eolico, nonché un susseguirsi di oscure cessioni di rami di aziende tra le imprese.
A dicembre del 2005 le società Sud Wind srl e Enerpro srl dopo periodi di avversione, sono giunte a un accordo. L’operazione “Via col vento”, condotta dalla Procura della Repubblica al tribunale di Avellino e per la quale è stato già richiesto il rinvio a giudizio di cinque persone per partecipazione e associazione per delinquere, truffa consumata e tentata in danno dello Stato finalizzata al reperimento di finanziamenti pubblici per la realizzazione di parchi eolici.
Le società siciliane Vento In srl, Cooperativa Duecci arl e Vento del sud srl, facenti capo a Nicastri, cedevano alle società avellinesi Ivpc Sicilia 2 srl e Ivpc Sicilia 4 srl, i rami di azienda relativi all’eolico, ma dopo poco venivano prodotte in banca note di rescissione o annullamento dei contratti di affitto e di cessione delle superficie a firma apocrifa dei proprietari dei terreni, grazie alle quali le società cessionarie accampavano una pretesa causa di forza maggiore nel ritardo dello stato di avanzamento dei lavori nei tempi prescritti, ottenendo la proroga a 48 mesi dal termine per la realizzazione degli impianti.
“La maxiconfisca fatta dal tribunale di Trapani del patrimonio dell’imprenditore Vito Nicastri conferma l’enorme giro d’affari costruito dalla mafia sull’eolico. Un business che ha alimentato il sistema criminale e di potere di Cosa nostra. Da qualche anno la musica è cambiata nel settore delle energie alternative, la Regione Siciliana sta facendo un importante lavoro di controllo e pulizia che va portato fino in fondo”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia.
“Adesso – aggiunge – è fondamentale che lo Stato sia capace di garantire, nel più breve tempo possibile, il riuso sociale e produttivo di questi beni. Col riuso, infatti, la società civile si riappropria del maltolto e lo trasforma in risorsa di legalità e sviluppo per il territorio”.