Quindici anni di reclusione. È questa la condanna che dovrà scontare il pentito Giuseppe Spatuzza che si è autoaccusato di aver avuto un ruolo operativo nella strage di via D’Amelio dove morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta.
Il Gip ha inflitto anche 12 anni all’ex pentito Salvatore Candura e 10 anni al collaboratore di giustizia Fabio Tranchina. La sentenza è stata emessa questa mattina nell’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta.
Spatuzza e Tranchina dovevano rispondere di strage, mentre Candura di calunnia aggravata perché avrebbe dichiarato il falso nei precedenti processi per la strage di via D’Amelio contribuendo al depistaggio delle indagini.
Il 22 marzo, intanto, davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta, si aprirà un nuovo processo sulla strage del 19 luglio 1992. Questa volta alla sbarra saranno Salvino Madonia e Vittorio Tutino, che avrebbero avuto un ruolo di primo piano nell’attentato ma, anche tre falsi pentiti accusati di calunnia: Vincenzo Scarantino e Francesco Andriotta, autori di un clamoroso depistaggio che ha portato alla condanna di 7 innocenti, e Calogero Pulci.