Era in servizio in una parrocchia romana don Calcedonio Di Maggio, originario di Collesano, centro in provincia di Palermo, condannato definitivamente due volte per violenza sessuale sui minori. Ieri per il sacerdote, che non è stato mai allontanato dalla chiesa, è arrivata la terza condanna dal tribunale di Termini Imerese. Il sacerdote è stato condannato a 5 anni e sei mesi di reclusione per lo stesso reato, ai danni di un ragazzo di Campofelice di Roccella, affetto da un lieve disturbo psichico.
Il sacerdote ha respinto le accuse sostenendo che, all’epoca dei fatti, tra l’estate del 2003 e l’estate del 2006, non era a Campofelice dove soleva trascorrere le vacanze.
I giudici del tribunale di Termini Imerese hanno stabilito che il prete deve risarcire in sede civile le parti offese: la vittima e i suoi genitori. Per Di Maggio, il pubblico ministero aveva richiesto una pena di sette anni e mezzo di reclusione.
Secondo la versione della vittima, nel 2003 il sacerdote l’avrebbe portato a mare e, col pretesto di insegnargli a nuotare, l’avrebbe costretto a toccarlo nelle parti intime. Qualche tempo dopo il sacerdote avrebbe chiesto alla giovane vittima di togliersi il costume e farsi fotografare nudo. La vittima avrebbe rifiutato di acconsentire alle richieste del sacerdote che lo avrebbe afferrato e costretto ad avere u rapporto orale con lui. Il sacerdote sarebbe poi ritornato alla carica nell’estate del 2006, sempre secondo le dichiarazioni del giovane che è stato giudicato credibile da diverse perizie. In quell’occasione il sacerdote lo avrebbe portato in una delle sue proprietà di Campofelice e qui gli avrebbe proposto di guardar un film pornografico e di “fare come l’altra volta”, riferendosi a quanto accaduto sulla spiaggia.
Le gravissime accuse sono sempre state respinte dal sacerdote. La vittima aveva raccontato dei presunti abusi subiti nel 2007 ad alcuni assistenti sociali di Campofelice e poi ai Carabinieri.
In quel periodo padre Di Maggio era detenuto per violenza sessuale su minori, psichicamente molto fragili che frequentavano la sua parrocchia. I fatti si erano verificati tra Roma e Ventoene. E’ stato condannato in via definitiva nel 2008. Il sacerdote ha un altro precedente della stessa natura, pure questo passato in giudicato, che risale al 1986. Mentre scontava la pena, Di Maggio prese i voti decidendo di diventare sacerdote.
Con l’arrivo della nuova sentenza, Di Maggio è stato interdetto perennemente dai pubblici uffici. A tutt’oggi l chiesa non lo ha mai allontanato. E c’è di più, se la condanna del tribunale di Termini dovesse venire confermata in tutti i gradi di giudizio, il sacerdote potrebbe beneficiare dell’indulto.
Maria Chiara Ferraù