È accusato di aver attentato alla vita di Afid Lajjani, 30enne del Marocco residente in Italia da parecchi anni. I Carabinieri della compagnia catanese di Paternò hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto Giuseppe Reitano, 27enne di Paternò. L’uomo si è presentato spontaneamente in caserma con il proprio legale di fiducia lunedì scorso, dopo essere venuto a conoscenza che i carabinieri erano sulle sue tracce.
Il fermato, individuato dai militari dell’Arma, si era reso irreperibile per cinque giorni, quelli dalla sera del 13 febbraio quando nella via Risorgimento di Paternò intorno alle 21.30 l’extracomunitario era stato fatto bersaglio di numerosi colpi d’arma da fuoco di cui tre lo hanno raggiunto alle braccia e al mento. Gli investigatori stavano ancora riscontrando i fatti sia tramite le telecamere di video sorveglianza posizionate lungo il tragitto che l’attentatore avrebbe potuto percorrere prima e dopo il fatto, sia attraverso le testimonianze di alcuni cittadini che avrebbero assistito quella sera alla mancata esecuzione.
All’epoca dei fatti, un uomo armato di pistola semiautomatica calibro 6,35 ha esploso almeno cinque colpi di arma da fuoco all’indirizzo del 30enne nordafricano con il chiaro intento di ucciderlo. Il malcapitato era riuscito a darsi alla fuga cavandosela con una breve medicazione al pronto soccorso la sera stessa e con un piccolo intervento chirurgico il giorno successivo per l’estrazione dell’unico proiettile ritenuto nel braccio sinistro. Il movente del gesto sarebbe passionale, riconducibile a qualche apprezzamento di troppo rivolto nel pomeriggio del 13 febbraio alla convivente di Reitano da un gruppo di coetanei, tra cui Afid Lajjani.
Reitano, resosi irreperibile fin dalla sera del 13 febbraio, è il nipote di Giuseppe Alleruzzo, storico boss di Paternò arrestato il 16 ottobre del 2012 dai Carabinieri di Paternò e attualmente detenuto perché trovato in possesso di un vero arsenale e di 250 grammi di cocaina. La madre di Reitano, figlia di Alleruzzo è stata denunciata scomparsa a giugno del 1995 e venne ritrovata cadavere tre anni dopo all’interno di un pozzo profondo oltre 40 metri in contrada Stella.
Sia Reitano che i familiari hanno sostenuto l’assoluta estraneità ai fatti contestati al primo.
Ieri nel corso dell’udienza di convalida del fermo ha disposto la custodia cautelare del 27enne che resterà nel carcere di Catania piazza Lanza per i gravi indizi di colpevolezza raccolti a suo carico. Reitano dovrà rispondere del’accusa di tentato omicidio e di porto e detenzione abusiva di arma da fuoco.
Maria Chiara Ferraù