Sei affiliati al clan Santapaola-Ercolano sono stati arrestati dai Carabinieri di Catania per estorsioni ad un bar di Librino. Le manette sono scattate ai polsi di Salvatore Aiasecca, Davide Salvatore Licciardello, Salvatore Gerardo Marro, Angelo Mirabile, Orazio Papale, Davide Seminara. Tutti dovranno rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini erano state avviate alcune settimane fa a seguito dei riscontri sulle prime dichiarazioni fornite dal collaboratore di giustizia Santo La Causa. Con il coordinamento della procura della Repubblica di Catania i carabinieri hanno predisposto un servizio di osservazione nei pressi di un bar di Librino, indicato da La Causa, come vittima delle estorsioni. I risultati non si sono fatti attendere. Tre giorni fa all’esercizio commerciale si è presentato l’esattore del pizzo. I militari dell’Arma hanno osservato attentamente i movimenti dell’uomo che, entrato nel locale pubblico e dopo aver fatto un cenno al proprietario, ha controllato che all’interno non vi fossero forze dell’ordine. Così tranquillamente si è avvicinato al titolare del locale e si è fatto consegnare il denaro. All’uscita, ad attenderlo, c’erano i militari del reparto operativo che lo hanno bloccato e trovato in possesso di 200 euro. L’esattore, Davide Enrico Finocchiaro, 27 anni di Catania, è stato arrestato in flagranza di reato per estorsione aggravata dal metodo mafioso e anche lui è ritenuto affiliato al clan Santapaola-Ercolano.
L’arresto di Finocchiaro ha rappresentato solo una conferma del quadro indiziario costruito dagli inquirenti. Il bar di Librino sarebbe stato vittima del racket sin dal 2004 quando i titolari, temendo ritorsioni personali, avevano iniziato a pagare ogni mese il pizzo. Grazie anche alla testimonianza del collaboratore di giustizia si è risaliti all’identità delle persone che avevano negli anni richiesto il pizzo al bar di Librino. Così sono scattate le manette anche per gli altri sei componenti del clan Santapaola-Ercolano. Per loro si sono aperti i cancelli del carcere di Catania Bicocca.
Importante per le indagini è stata la collaborazione con la giustizia di Santo La Causa, ritenuto il reggente di Cosa nostra catanese fino al 9 ottobre del 2009 quando venne arrestato.
Maria Chiara Ferraù