Fu uno dei primi mafiosi ad essersi pentito negli anni Ottanta. È morto oggi Antonino Calderone all’età di 78 anni. Ne ha dato notizia il capo della Polizia di stato, il prefetto Antonio Manganelli.
Manganelli per Calderone, collaboratore di giustizia da un quarto di secolo, era diventato un uomo della sua famiglia di sangue. Il 16 aprile del 1987 quando in una stanza del carcere di Marsiglia Calderone si rivolse all’’allora giovane funzionario della Criminalpol gli chiede “Dottore, lei è sposato?” e alla risposta negativa di Manganelli il boss che non sopportava più di avere sulla coscienza il peso di tanti delitti disse: “Allora da questo momento le affido mia moglie e i miei tre figli, li consideri la sua famiglia”. A questo dialogo era presente la moglie di Antonino Calderone insieme al giudice Giovanni Falcone assassinato dalla mafia e ad altri due magistrati palermitani, Gioacchino Natoli e Giusto Sciacchitano.
“Calderone – ha sottolineato Manganelli – ha dato un grande contributo alla conoscenza del fenomeno mafioso”. Fu il più importante collaboratore di giustizia della storia della mafia, dopo Buscetta e Contorno.